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Alimentazione e rischio cardiovascolare.

2021-11-15 18:01

Dott.ssa Peluso Giustina

Nutrizione, #alimentazione, #cuore, #cardiovascolare,

Alimentazione e rischio cardiovascolare.

Particolari comportamenti ed abitudini possono incideresul rischio cardiovascolare: spesso la loro correzione modifica sostanzialmente l’incidenza di malattie..

Particolari comportamenti ed abitudini possono incidere in maniera significativa sul rischio cardiovascolare: spesso la semplice correzione di tali situazioni modifica in modo sostanziale l’incidenza di malattie coronariche e rappresenta quindi una misura importante nella prevenzione cardiovascolare.

Numerosi studi epidemiologici, hanno dimostrato che l’attività fisica riduce il rischio di malattie cardiovascolari, infatti è stato dimostrato che il rischio dei soggetti inattivi, è circa il doppio rispetto a quelli “allenati” anche nella terza età. Una leggera attività motoria, alla portata di tutti a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute e dalle disponibilità economiche, è in grado di ridurre il rischio coronarico. L’ esercizio fisico ha benefici effetti documentati sulla frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, le capacità respiratorie; un maggior dispendio calorico riduce il peso corporeo, la massa grassa ed ha grossi benefici sul metabolismo glucidico. È fondamentale sottolineare che il lavoro fisico non va inteso necessariamente come attività sportiva, ma può essere rappresentato da una serie di abitudini di vita alla portata di tutti, come il non utilizzare l’ascensore, non utilizzare l’auto per piccoli spostamenti, dedicare 30 minuti al giorno per una passeggiata.

Per molti anni il fumo di sigaretta è stato associato principalmente con le malattie polmonari, oggi è stato dimostrato che il fumo ha una posizione di rilievo tra i fattori di rischio cardiovascolari. Gli effetti del fumo sull’apparato cardiovascolare sono estremamente vasti e polimorfi ; i livelli di HDL-colesterolo  più bassi e alterazione del tono vascolare nei soggetti fumatori.  In un’ottica di prevenzione cardiovascolare, il punto cruciale è la possibilità, attraverso l’astensione dal fumo, di modularne il rischio; in particolare è stato documentato che il rischio di sviluppare un infarto del miocardio si riduce notevolmente dopo alcuni mesi di sospensione del fumo di sigaretta.

Poiché la prevenzione è fondamentalmente basata su norme alimentari, bisogna sapere che migliorando le abitudini dietetiche si riduce l’ipercolesterolemia e si ha un miglioramento della salute:  limitare l’apporto di grassi saturi (grassi animali) al di sotto del 10% dell’energia totale della dieta; incrementare l’uso di grassi monoinsaturi e polinsaturi (grassi vegetali); utilizzare carboidrati complessi con indice glicemico basso; aumentare l’utilizzo di fibre; limitare e/o abolire alcool e sale.

In conclusione, interventi sullo stile di vita rappresentano misure preventive generali che andrebbero applicate nella totalità dei soggetti nell’ambito di strategie di prevenzione di popolazione in grado di raggiungere obiettivi significativi in termini di morbosità e mortalità, e quindi di migliorare la salute pubblica e di contenere i costi a carico della collettività.

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