Nel terzo decennio degli anni 2000 il concetto di “famiglia” è difficilmente definibile: siamo in un’epoca che, se da un lato vede forti cambiamenti sociali e culturali, dall’altro assiste anche ad una strenua difesa delle tradizionali classificazioni delle relazioni e delle strutture sociali.
Al di là delle differenti tendenze di pensiero e valori, sta di fatto che la famiglia nucleare classicamente intesa (“mamma, papà e figli”) non è l’unica esistente, ma vanno affiancate ad essa altre forme: famiglie monoparentali, famiglie adottive, famiglie affidatarie, famiglie costituite da una coppia omosessuale (con o senza figli), famiglie ricostituite, formate da persone divorziate, dove i figli provenienti dal precedente matrimonio, con il/la nuovo/a compagno/a del genitore, acquisiscono un “secondo padre” o una “seconda madre”.
Il nucleo costituito da madre, padre e figli resta comunque la forma di famiglia più diffusa, ed è su di essa che questo articolo si sofferma, per esplorare il suo ciclo di vita (ma ovviamente molti aspetti e fasi del ciclo di vita familiare si ritrovano anche in altre forme di famiglia).
Ma cosa si intende con ciclo vitale della famiglia? Come tutti gli esseri viventi nascono, crescono, si trasformano e muoiono, anche la famiglia – in quanto sistema vivente – nel corso del tempo attraversa diverse fasi e va incontro a molti cambiamenti.
Il ciclo di vita dell’individuo e quello familiare sono strettamente interconnessi e in particolare il primo evolve e si modella nell’ambito del secondo, che lo comprende.
Il ciclo vitale della famiglia è un modello teorico di riferimento che studia l’evoluzione della famiglia nel corso del tempo esaminando e descrivendo specifiche fasi o stadi evolutivi. Ogni fase si caratterizza per un evento critico, che comporta specifici compiti di sviluppo. L’evento critico non comporta necessariamente il passaggio allo studio successivo, ma mette in evidenza come le modalità di funzionamento fino a quel momento utilizzate dal sistema familiare non sono più adeguate, pertanto è necessaria una ridefinizione delle relazioni interpersonali e, dunque, una riorganizzazione del sistema stesso.
In ogni fase c’è un obiettivo da raggiungere, ma esiste anche un obiettivo generale dell’intero ciclo di vita: il processo di individuazione e differenziazione dell’individuo dalla famiglia d’origine, che dovrebbe portare ogni individuo ad essere sempre meno indispensabile per il funzionamento della famiglia d’origine e sempre più autonomo da un punto di vista emotivo e cognitivo. Eventuali difficoltà in tale processo evolutivo possono determinare un blocco nel ciclo di vita familiare oppure può comportare un passaggio incompleto da una fase all’altra. Quando il sistema riscontra difficoltà nell’attuare cambiamenti e superare una fase del ciclo di vita, possono insorgere sintomi in uno o più componenti del sistema stesso.
È necessario specificare che le fasi del ciclo di vita familiare non sono universali, ma sono fortemente condizionate dal contesto socio-culturale, economico e politico in cui la famiglia è immersa (basti pensare alle differenze tra società occidentale e orientale, ad esempio).
Prendendo in considerazione la moderna famiglia occidentale, è possibile individuare cinque stadi del ciclo di vita della famiglia, che saranno di seguito schematizzati (Cigoli, Scabini: Il famigliare. Legami simboli e transizioni, 2000):
STADIO I: la formazione della coppia
Due persone decidono di andare a vivere insieme e formare così un nuovo nucleo familiare.
Evento critico: matrimonio/convivenza
Compiti di sviluppo:
- In quanto coniugi/conviventi:
formazione e consolidamento dell’identità di coppia.
- In quanto figli:
differenziazione dalla famiglie d’origine e nuovo legame con esse.
- Compito permanente:
rilancio della coniugalità nelle transizioni della vita
STADIO 2: la famiglia con bambini
Nasce il primo figlio: dalla coniugalità si passa alla genitorialità.
Evento critico: nascita dei figli
Compiti di sviluppo:
- In quanto genitori:
accettare il salto generazionale e accogliere la nuova generazione; condividere la cura sul piano organizzativo e definire lo stile di parenting.
- In quanto coniugi:
legittimazione reciproca: riconoscere e sostenere il ruolo genitoriale del coniuge; integrare la dimensione genitoriale nella relazione coniugale
- In quanto figli:
differenziarsi dalla famiglia di origine per continuare la storia familiare; condividere l’esperienza della genitorialità.
STADIO 3: la famiglia con adolescenti
Quando i figli diventano adolescenti la famiglia si avvia alla fase dello svincolo.
Evento critico: adolescenza dei figli.
Compiti di sviluppo:
- In quanto coniugi:
reinvestire nel rapporto di coppia; prepararsi al momento dell’uscita dei figli da casa.
- In quanto figli:
accettare il processo di invecchiamento della generazione precedente e prendersi cura di essa.
- In quanto genitori:
contrastare lo stallo generazionale; passare dalla generatività parentale alla generatività sociale.
STADIO 4: la famiglia come trampolino di lancio
Questa fase comincia con l’uscita di casa del primo figlio e termina con quella dell’ultimo. I figli escono, ma entrano generi, nuore e nipoti.
Evento critico: uscita di casa dei figli.
Compiti di sviluppo:
- Ritiro dall’attività lavorativa; nido vuoto:
investire in nuove attività; intensificare il legame con fratelli e amici; rimodellare lo spazio della coppia.
- Nascita dei nipoti:
affrontare il passaggio delle generazioni; impegnarsi a esprimere e comunicare vitalmente il patrimonio familiare.
- Malattia:
mantenere gli aspetti di vitalità contrastando la passività; accettare l’aiuto fornito dal coniuge, dai figli e dalle loro famiglie; fornire cura e collaborare con il sistema dei servizi (specularmente per i familiari).
STADIO 5: famiglia nell’età anziana
In questa fase avviene un passaggio da una posizione di autonomia e centralità nelle relazioni familiari e sociali ad una posizione più ritirata e dipendente.
Evento critico: pensionamento, malattia, morte.
Compiti di sviluppo:
- Per l’anziano:
affrontare il distacco e la perdita del coniuge e prepararsi alla propria scomparsa.
- Per il coniuge rimasto in vita e i familiari:
condividere l’esperienza del dolore e coltivare la cura del ricordo.
A ben osservare lo schema presentato, si può notare come, in ogni fase del ciclo di vita familiare, il cambiamento coinvolge contemporaneamente più generazioni ed ogni individuo appartiene contemporaneamente a più sottosistemi.
Lo schema presentato è un modello di riferimento utile e per certi versi esemplificativo nello studio e nella comprensione del sistema famiglia, ma non bisogna perdere di vista la complessità di tale sistema e le innumerevoli forme da esso assunte, in sintonia con i mutamenti culturali e sociali.